Il 31 gennaio 2018, è entrata in vigore una legge che ha segnato il raggiungimento di una delle maggiori conquiste di civiltà nel nostro Paese da molti anni a questa parte. Si tratta del provvedimento sul testamento biologico, che riconosce la possibilità di scegliere in anticipo quali trattamenti medici ricevere nel caso di gravi malattie e la libertà del paziente di rinunciare ad alcune terapie, in particolare alla nutrizione e all’idratazione artificiale. Si pone ora il problema di garantire l’effettiva applicazione della norma: su un tema tanto delicato e complesso è più che mai fondamentale assicurare ai cittadini il completo accesso a tutti gli strumenti previsti dalla legge, in primis in merito alle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat). La legge prevede l’esistenza di una apposita Banca dati delle Dat a livello nazionale o comunale, tuttavia perché il sistema sia pienamente operativo c’è ancora molto da fare: la Banca dati nazionale non è ancora attiva – e non lo sarà finché il Ministero della Salute non emetterà un decreto ad hoc – e, stando agli ultimi dati disponibili, i Comuni che ad oggi hanno istituito un registro relativo al testamento biologico sono solo 187 in tutta Italia.
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